Primo Piano Trentino Alto Adige

Cgia: “+29 miliardi di tasse in sei anni”. Confindustria NordEst sul Brennero avverte: “Chiusura danno locale enorme”

Share Button

Negli ultimi sei anni le imposte nazionali e le tasse locali hanno continuato a crescere. Le prime, al netto del bonus Renzi, sono salite del 6,1%, le seconde, invece, dell’8%. In buona sostanza, in questi ultimi sei anni di grave crisi economica le imprese e le famiglie italiane hanno dovuto sostenere uno sforzo fiscale aggiuntivo di ben 29,3 miliardi di euro. Intanto Confindustria Nordest sul Brennero avverte: chiusura sarebbe danno enorme. Lo confermano Roberto Zuccato, presidente Confindustria Veneto, Giuseppe Bono, presidente Confindustria Friuli Venezia Giulia e Stefano Pan, presidente Confindustria Trentino Alto Adige

tasse

Nordest – Tra le principali tasse locali, solo l’Irap (-4,2 miliardi pari a una variazione del -13%) ha subito una contrazione abbastanza decisa: tutte le altre, invece, hanno registrato un netto aumento. Tra il 2010 e il 2015 l’addizionale regionale Irpef è aumentata di 3,1 miliardi di euro (+39%).

L’anno scorso nelle casse dei governatori sono finiti ben 11,3 miliardi di euro. L’addizionale comunale Irpef è aumentata di 1,4 miliardi (+51%): nel 2015 questa imposta ha garantito ai Sindaci un gettito di ben 4,3 miliardi di euro. Ma l’imposta che ha subito l’incremento più sensibile è stata quella sugli immobili. Se nel 2010 l’Ici consentì ai primi cittadini di incamerare 9,6 miliardi, nel 2015 i Sindaci con l’Imu e la Tasi hanno incassato ben 21,3 miliardi (variazione in termini assoluti pari a +11,6 miliardi che corrispondono ad una variazione del +120%).

“Tra il 2000 e il 2015 – sottolinea il coordinatore della Cgia Paolo Zabeo – la tassazione locale è salita del 46%. Questa impennata è stata dovuta al forte decentramento fiscale iniziato 25 anni fa. L’introduzione dell’Ici, poi sostituita dall’Imu e in parte dalla Tasi, dell’Irap, delle addizionali comunali e regionali Irpef, hanno incrementato il gettito delle tasse locali che è servito a coprire i costi delle nuove funzioni e delle nuove competenze che sono state decentrate alle Autonomie locali”.

I Paesi federali dell’Unione europea presentano un costo complessivo della macchina pubblica pari alla metà di quello registrato dai Paesi unitari.

Emergenza Brennero

MIGRANTI: AL VIA RIFORMA ASILO UE. VIENNA PREPARA SOLDATI AL BRENNEROSiamo molto preoccupati per le ipotesi che si stanno delineando per affrontare la questione del flusso dei migranti verso l’Austria. In particolare la chiusura del Brennero comporterebbe un danno enorme per la nostra economia, export e turismo”. Lo dichiarano Roberto Zuccato, presidente Confindustria Veneto, Giuseppe Bono, presidente Confindustria Friuli Venezia Giulia, e Stefano Pan, presidente Confindustria Trentino Alto Adige.

“I danni – evidenziano i tre presidenti – toccherebbero soprattutto quelle imprese del Nord Est, e italiane, che lavorano con consegne giornaliere just in time verso i Paesi del nord Europa e che a causa di ritardi di consegna rischierebbero di pagare penali e perdere le commesse. La chiusura del Brennero prefigura uno scenario fortemente penalizzante per le nostre esportazioni, così come per il flusso turistico verso le nostre regioni, che potrebbe compromettere una ripresa già di per sé timida”.

“L’Europa non ha bisogno di nuove barriere, fisiche e mentali”, sottolineano Zuccato, Bono e Pan. “Quelle barriere che oggi dividono e mettono a rischio un progetto unico nel suo genere, che ha portato il nostro continente a diventare l’area più avanzata e quella con le migliori prestazioni sociali a livello mondiale. Superare gli interessi individuali di singoli Stati per individuare soluzioni comuni e concrete a vantaggio di tutti. Questa è stata la forza dell’Europa in passato, questa dovrà essere la forza della nuova Europa di cui abbiamo bisogno”.

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *