Le parti offese sono 21, tra cui la ginecologa scomparsa. L’avvocato della famiglia Pedri: “Sara ha scoperchiato il vaso di Pandora”. “Sono molte le testimonianze raccolte che fanno capire il clima oppressivo che si era creato nel reparto”, ha riferito il pm. La difesa dei due medici respinge fermamente ogni accusa
Trento – È in corso, di fronte al gup del Tribunale di Trento, Marco Tamburrino, la requisitoria conclusiva della pm Maria Colpani nell’abito del procedimento per i presunti maltrattamenti nei confronti del personale di reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale di Trento. Il processo vede imputati l’ex primario, Saverio Tateo e la sua vice, Liliana Mereu, per maltrattamenti in concorso e continuazione. Gli avvocati delle parti civili, che interverranno in un’altra udienza, a fine novembre, si aspettano una conferma dell’impianto accusatorio da parte della pm. Dall’inizio del processo, Tateo ha invece respinto ogni addebito. Le indagini sui presunti maltrattamenti sono seguite alla scomparsa della ginecologa Sara Pedri, 31enne di Forlì di cui si sono perse le tracce dal 4 marzo 2021. Le parti offese sono 21, tra cui figura la stessa Pedri. Nove di loro sono state sentite dal giudice in un incidente probatorio nell’autunno dello scorso anno. Mereu è Tateo sono invece stati sentiti, in diverse udienze, la scorsa primavera.
Dalla requisitoria della pm, Maria Colpani, è emerso un “quadro lucido e convinto: il dipartimento (reparto, ndr) era come una pentola a pressione piena di gas nocivo pronta ad esplodere”. Lo ha detto, l’avvocato Nicodemo Gentile, rappresentante della famiglia di Sara Pedri nel procedimento per i presunti maltrattamenti nei confronti del personale di reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale di Trento. “Ci aspettavamo questa impostazione da parte dell’accusa, che concorda con l’esito delle indagini e di quanto emerso nell’incidente probatorio”, ha spiegato l’avvocato. Secondo Gentile, la famiglia Pedri fa “pieno affidamento nella giustizia”. “Sara non c’è più, ma la sua fine drammatica è servita a scoperchiare un vaso di Pandora. Sara ha fatto con sacrificio quello che avrebbe dovuto fare politica già dal 2018”, ha concluso Gentile.