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Bolzano, gigantesca frana alla Piccola croda rossa

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Crollo dovuto a scioglimento permafrost, sparito il sentiero n.3

Croda rossa Bozen

Bolzano – Da 600 a 700 mila metri cubi di roccia sono crollati dalla Piccola croda rossa (2859 m) nel Parco naturale Braies-Fanes-Senes. Si tratta di un fenomeno naturale dovuto allo scoglimento del permafrost. Spaccature nelle rocce erano state osservate nei giorni scorsi, tant’è che per precauzione erano stati chiusi diversi sentieri. Il sentiero nr. 3 che collega la malga Stolla alla malga Rossalm è stato sommerso dai detriti, mentre il sentiero nr. 4 che porta da Ponticello alla malga Rossalm forse lunedì potrà essere riaperto dice Erwin Steiner, della Protezione civile che ha seguito il fenomeno.

“Attualmente è sceso il 90 percento della massa, ci attendiamo altri piccoli crolli nelle prossime ore”, dice Steiner. Oltre alla protezione civile sono in allerta l’ispettorato forestale, i geologi della Provincia e il soccorso alpino. Crolli di questo tipo non sono una novità, nel 2004 a Cortina era crollata una delle Cinque Torri e nel 2007 a Cima Una a Sesto c’era stato un altro crollo.

“Si tratta – dice  il geologo dell’Ufficio provinciale di geologia Claudio Carraro – di uno dei distacchi più grossi nella zona dolomitica. E’ sceso l’intero versante della Piccola croda rossa con un fronte di 200 metri e uno spessore di 30 metri. La morfologia della zona è stata modificata”, ha aggiunto. “Già martedì – ha spiegato il geologo – eravamo stati allertati e abbiamo fatto un sopralluogo. Abbiamo notato che in vetta c’era una frattura di 200 metri in fase di apertura, profonda due o tre metri.

Così è stato chiuso in via precauzionale il sentiero n. 3 ai piedi della montagna che da Pratopiazza porta a malga Cavallo”. Le dimensioni della frana di questa notte, che non è ancora completamente conclusa, vengono stimate fra i 500 e i 700mila metri cubi. Il materiale si è depositato in quegli avvallamenti che erano presenti ai piedi del massiccio. “Diversamente da altre frane di questo tipo, qui si è formata meno polvere, perchè il materiale è sceso in blocco frantumandosi meno. E’ stato forte però il rumore in tutta la valle, che si continua a sentire”, ha concluso l’esperto.

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