NordEst

Bibite gassate, ipotesi tassa 3 centesimi a bottiglia

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Le risorse, ha spiegato, sarebbero "finalizzate a iniziative di rafforzamento di campagne di prevenzione e di promozione di corretti stili di vita e ad alcuni interventi mirati in campo sanitario". Un prelievo di 3 centesimi, ha aggiunto il ministro, "non crea problemi né ai consumatori né ai produttori" e manda "un segnale all’opinione pubblica di attenzione per un problema sottovalutato dalle famiglie, visto che metà dei nostri ragazzi consuma troppe bevande gassate e zuccherate".
 
Coldiretti: non solo tasse, aumentare la frutta nelle bibite – Per migliorare concretamente la qualità dell’alimentazione nelle giovani generazioni occorre aumentare la quantità di frutta nelle bibite che oggi per legge contengono appena il 12 per cento di vero succo. Lo afferma la Coldiretti nel commentare l’annuncio di una tassa su "bevande zuccherate e gassate" del Ministro della Salute Renato Balduzzi con un prelievo di scopo di 3 centesimi sulle bottigliette da 33 cl che porterebbe 250 milioni di euro l’anno.
 
"In base a una legge nazionale ormai datata del 1961, le bevande al gusto di agrumi possono essere colorate a condizione che esse – sottolinea la Coldiretti – contengano appena il 12 per cento di succo di agrumi, spesso all’insaputa dei consumatori. Ogni punto percentuale di succo di arancia in più oltre al 12% corrisponderebbe – spiega la Coldiretti – all’utilizzo di 25 milioni di chili in più di arance pari a circa 560 ettari di agrumeto".
 
L’aumento del succo contenuto nelle aranciate avrebbe positivi effetti per la salute con un aumento del consumo di frutta in Italia dove un milione di persone non mangia mai frutta, secondo una analisi Coldiretti-Censis. Gli acquisti di frutta e verdura delle famiglie italiane sono stati nell’ultimo anno pari a circa 347 chili, con un calo di oltre 100 chili (-22%) rispetto a dieci anni fa. La riduzione nei consumi – conclude l’organizzazione agricola – riguarda soprattutto le giovani generazioni con il 23 per cento dei genitori che – secondo i dati del progetto "Okkio alla salute – dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura.
 
Assobibe: "Tassa discriminatoria" – "Una tassa che colpisce esclusivamente le bevande analcoliche gassate è immotivata, discriminatoria e pertanto inaccettabile". Questo il giudizio di Assobibe, associazione dei produttori di bevande analcoliche, in merito alla proposta del ministro della Salute. In Italia infatti, i consumi di tali bevande sono stagnanti da circa dieci anni e di molto sotto la media Ue. Tanto negli adulti quanto nei bambini. L’Italia è al penultimo posto tra i Paesi UE per consumi pro-capite.
Proprio a fronte di questi bassi livelli di consumo, le bevande analcoliche gassate in Italia contribuiscono per meno del 2% all’apporto calorico medio quotidiano. Secondo i dati Inran, inoltre, i più giovani consumano in media un equivalente di 28 grammi pro-capite al giorno, equivalenti a 11 calorie. Nel nostro Paese – dice ancora Assobibe – questi prodotti sono già penalizzati dall’aliquota Iva del 21% cui sono soggetti, a differenza della maggior parte dei prodotti alimentari. La media Ue sulle bevande analcoliche è del 16,5%, indica ancora l’associazione convinta che "la tassa avrebbe inoltre ricadute pesanti sull’occupazione, con riduzione significativa dei posti di lavoro, presso le aziende produttrici e lungo l’intera filiera. Sarebbe inoltre uno stimolo all’aumento dell’inflazione, causerebbe deterioramento del clima degli investimenti e un complessivo ridimensionamento delle attività". 
 
Coca Cola: tassa inefficace: penalizza i consumi – Da Coca Cola Italia (8 stabilimenti, 3.300 lavoratori, decine di migliaia considerando l’indotto) si dicono "stupiti e preoccupati" per l’ipotesi indicata dal ministro della Salute Renato Balduzzi di una tassa sulle bevande gassate che, "oltre all’inefficacia per combattere l’obesità avrebbe conseguenze sul potere d’acquisto dei consumatori" dice il direttore della comunicazione Alessandro Magnoni. Un’eventuale tassa sulle bevande potrebbe ripercuotersi sul prezzo finale ? "E’ prematuro dirlo – risponde Magnoni – prima dobbiamo chiarire quello che il ministro ha in testa, poi valuteremo.
Attraverso le nostre associazioni di categoria abbiamo più volte chiesto un incontro con ministro, ancora senza esito. Ricordo che il nostro settore è al top dell’aliquota Iva al 21%, a differenza della maggior parte dei prodotti alimentare che pagano aliquote tra il 4 e il 10% mentre la media Ue è al 16%". Nel quadro degli altri Paesi europei, "in Francia il primo gennaio scorso l’ex governo Sarkozy ha introdotto sulle bevande un’accise ex ante di 0,7 centesimi litro. L’ipotesi italiana a quanto sappiamo – prosegue il responsabile comunicazione del gruppo Italia – sarebbe di 0,3 cent a bottiglia, pari 10 cent al litro superiore a quella francese". "Se dal prossimo ottobre scatterà un altro aumento Iva saremo al al 23%, la Francia è al 5,5%. Al di là di tutto questo, il mondo scientifico ha richiamato l’attenzione sull’iniquità e inefficacia di una tassa del genere. In Italia il consumo di bevande gassate è tra i bassi d’Europa e il comparto delle bevande analcoliche contribuisce per meno del 2% all’apporto calorico alla dieta media nazionale, secondo i dati Inran". 
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