NordEst

Belluno e Veneto ai ferri corti

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Il presidente della provincia di Belluno, sergiuo reolon, in aria di elezioni provinciali, non risparmia le critiche alla sua regione, ma anzi rincara la dose.

In Regione Veneto si arena anche il trasferimento di competenze alla Provincia di Belluno del demanio idrico. La Regione non rispetta neppure una legge votata dal consiglio regionale il 3 febbraio 2006, oltre due anni e mezzo fa.

Per questo il presidente della Provincia di Belluno, Sergio Reolon, ha inviato una lettera di richiamo al presidente della Regione, Giancarlo Galan. "I continui rinvii su questo tema – afferma Reolon -, di fatto bloccano lo sviluppo economico del Bellunese. Assistiamo a uno sperpero di fiducia, di competenze e di risorse che mettono allo sbando i beni comuni. Ancora una volta la montagna viene sacrificata
a interessi di parte ed elettorali. La Regione non vuole procedere al passaggio di competenze previsto dalla legge regionale numero 2 del 3 febbraio 2006 e dei 18 milioni di euro dovuti alla Provincia > di Belluno e alle comunità montane bellunesi (l'equivalente dei canoni degli anni 2006, 2007 e 2008), finora ne ha versati solo 2,5 milioni".

"In Regione – precisa Reolon -, c'è ormai un sistema di potere dispotico e quindi conservatore che porta il territorio provinciale e regionale all'immobilismo. Questo sistema, conservatore e sempre uguale a se stesso, occupato da un'oligarchia al potere da oltre 13 anni, si contrappone al dinamismo necessario alla democrazia e allo sviluppo del territorio".

Nella lettera, il presidente Reolon ricorda come le continue battute d'arresto sul demanio idrico "erodono la fiducia nelle istituzioni, alimentano le frammentazioni già presenti nel territorio proiettandolo oltre il confine regionale veneto, sperperano capitale sociale, si prendono beffa di tutti i soggetti che nel tempo e a vario titolo sono stati coinvolti e contribuiscono a rafforzare sentimenti di spreco e arbitrio nella gestione delle risorse e dei problemi di interesse pubblico".

"Mi sono pertanto trovato costretto – conclude Reolon – a dare indicazioni affinché si proceda per vie legali, contro la Regione, per il recupero di quanto sino ad oggi dovuto".

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