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Bandiera nera al Veneto: Legambiente denuncia lo sfruttamento edilizio del Lago di Garda

Dopo la tappa sul Lago D’Iseo, la Goletta dei Laghi di Legambiente, sbarca sul Garda e lancia la campagna per la salvaguardia del patrimonio lacustre italiano. In questi giorni, infatti i volontari hanno analizzato le acque del lago. Ma, come spiega la portavoce della Goletta dei laghi, Barbara Meggetto, "Non ci limitiamo a monitorare la qualità delle acque di balneazione ma analizziamo anche lo stato di salute del territorio nel suo insieme". 
Sotto l’occhio vigile dei tecnici e dei volontari di Legambiente quindi anche il territorio, il consumo di suolo, la gestione dei rifiuti e l’utilizzo delle fonti rinnovabili. Un bilancio che in questo caso è risultato negativo e, al termine del quale, si è deciso per l’assegnazione della bandiera nera alla Regione Veneto. 
 
I volontari hanno quindi calato nelle acque del lago una casetta galleggiante con lo slogan "Adesso costruite anche qui!". Una protesta per richiamare l’attenzione "sul costante consumo di suolo a cui è soggetta da decenni la costa del lago". Oltre a richiamare l’attenzione delle Amministrazioni Comunali, Legambiente punta il dito sulla Regione Veneto che, "con il Piano d’Area del Baldo – Garda, non ha saputo affrontare le problematiche dell’area del lago e del Monte Baldo, lasciando mano libera ai comuni senza alcuna regola e controllo’.
 
Il presidente del circolo Legambiente Verona, Lorenzo Albi, commenta così il giudizio negativo assegnato all’amministrazione veneta: "Consegniamo simbolicamente la bandiera nera alla Regione Veneto per aver predisposto uno strumento urbanistico che prende solo colpevolmente atto del problema dell’urbanizzazione eccessiva sul Garda e sul Baldo, non facendo però nulla per contrastare il costante ed eccessivo consumo di suolo -. Con questo piano ci si pongono gli stessi obiettivi che negli ultimi decenni hanno prodotto il forte balzo in avanti nella urbanizzazione del territorio gardesano. Nonostante manchi ancora oggi un quadro conoscitivo aggiornato, è sotto gli occhi di tutti quanto sia sfuggita l’effettiva dimensione del fenomeno e i possibili problemi che ne potranno derivare in futuro per la gestione del territorio e la riqualificazione dell’ambiente e del paesaggio".
 
Le cose non vanno meglio per  quanto riguarda le sponde bresciane del Benaco. Legambiente è molto critica anche nei confronti dei nuovi progetti in programma sulle colline di Polpenazze e Puegnago, nell’entroterra di Salò. "Un’intera collina a Picedo di Polpenazze – accusa Legambiente -, caratterizzata da oliveti e vigneti sarà ceduta in cambio di una colata di cemento di oltre 25 mila metri cubi per dar vita ad un mega albergo con 100 camere, piscina e beauty farm. Siamo stanchi di continuare a svendere il nostro territorio. A Puegnago un nuovo complesso porterà all’aumento di volumetria pari a 20.355 metri cubi, mentre esemplare è il caso di campione a Tremosine dove un ex area industriale sta per essere trasformata in residence turistico – alberghiero".
Categories: NordEst
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