E’ quanto emerge da un rapporto realizzato dalla Cisco Systems di San Jose’ in California: il 55% degli intervistati dichiara che non potrebbe vivere senza Internet, uno su tre che il Web e’ come l’acqua, il cibo, l’aria per respirare. Secondo il rapporto ‘2011 Cisco Connected World Technology Report’, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, alla fine sono proprio i piu’ cresciuti, i 30enni, giovani lavoratori, e non gli studenti di eta’ inferiore, a risultare maggiormente internet-dipendenti. E a causa dell’invasivita’ della rete, si assottiglia sempre di piu’, tra i giovani professionisti, perennemente online, il confine tra vita privata e lavoro.
Tanti i dati riferiti nel rapporto, che ha coinvolto giovani di 14 paesi, tra cui l’Italia, in due indagini distinte, una su studenti (2800) e l’altra su giovani professionisti (2800). Per il 55% degli studenti di college e ben il 62% dei giovani lavoratori e’ impossibile vivere senza internet, che e’ considerato parte integrante delle loro vite. Ben il 64% degli intervistati dichiara che se dovesse scegliere tra l’accesso a internet e l’auto, sicuramente rinuncerebbe a quest’ultima. Inoltre due giovani su 5 dicono che e’ piu’ importante Internet delle uscite con partner e amici e anche dell’ascolto di musica. E ancora, oltre uno studente su 4 (27%) dice che collegarsi a Facebook e’ piu’ importante che andare alle feste o uscire.
I giovanissimi che studiano ammettono di distrarsi continuamente mentre sono impegnati nei compiti o nella preparazione di esami, non potendo fare a meno di collegarsi, di leggere il ‘Tweet’ di questo o quell’amico, di fare un salto su Facebook. Secondo la ricerca, i giovani lavoratori, invece, stanno perdendo quasi completamente il senso del confine tra vita privata e lavoro, non e solo perche’ leggono in tempo reale ogni messaggio del ‘capo’, ma anche perche’ internet ha fatto da volano per l’instaurarsi di un numero crescente di rapporti d’amicizia tra colleghi, in passato piu’ rari.
Infine, tra i lavoratori che usano Twitter, oltre due su tre (68%) seguono l’attivita’ del loro capo o dei loro colleghi sul micro blog; il 42% segue entrambe, mentre solo meno di un terzo (32%) preferisce mantenere privata la propria vita personale.