NordEst

Acquaragia nel rio Vernise a Martellago: è strage di pesci

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L’episodio scoperto alcuni giorni fa: un forte odore saliva dal rio e l’acqua era diventata bianca

Martellago-Parco-Laghetti-F06

Martellago (VE) – Nel rio Vernise, a Martellago (VE) al confine con Scorzè (VE), un ingente sversamento di acquaragia ha provocato la moria di molti pesci, facendo scattare l’allarme inquinamento.

I residenti hanno dovuto assistere a una strage di pesci dovuta ad uno sversamento di acquaragia, sostanza fortemente tossica. Dalle prime analisi dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale (ARPAV) del Veneto la sostanza incriminata sarebbe appunto acquaragia molto usata a scopi industriali. Da un ulteriore prelievo dell’acqua contaminata sono emerse, inoltre, tracce di solventi e idrocarburi policiclici aromatici.

Il grave episodio di inquinamento è stato scoperto sabato 11 gennaio 2014 verso le 10.00, in via Boschi a Martellago, dove si sentiva un forte odore salire dal rio e l’acqua era diventata bianca. Immediatamente sono intervenuti sul posto i Carabinieri e la Polizia locale Miranese nord, i tecnici dell’ARPAV, i Vigili del Fuoco, il personale comunale di Scorzè e Martellago e il sindaco di Martellago, Monica Barbiero.

Vicino alla strada Cappellana è stato bloccato l’inquinamento e sono stati asportati ben oltre 350 mila litri d’acqua. Dalle testimonianze dei residenti di via Boschi sembra che ogni sabato la situazione si ripeta, con il rio che diventa bianco.

La Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare e l’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo ha affermato: «Si invitano gli inquirenti a fare il possibile per individuare il colpevole. Non è accettabile che nel 2014 ci sia ancora chi scarica rifiuti tossico nocivi nei corsi d’acqua. Si esortano inoltre WWF, Italia Nostra e Legambiente a seguire il caso e costituirsi parte civile nell’auspicato processo contro i responsabili. A questo punto bisogna confrontare i componenti inquinanti rilevati nelle analisi delle acque contaminate con i prodotti utilizzati nelle attività esistenti nell’area da dove si sospetta arrivi l’inquinamento. L’acqua è un bene prezioso e non possiamo considerare i nostri fiumi come discariche. Tutte le sostanze che vi vengono riversate finiscono in Adriatico o nei campi tramite l’irrigazione e, pertanto, tutti i cittadini con il tempo se li ritrovano, più o meno direttamente sul piatto, nel rubinetto di casa o nelle spiagge al mare. Questi delinquenti vanno individuati e assicurati alla giustizia. Chiunque  possa fornire informazioni è invitato a rivolgersi alle autorità».

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