NordEst

6.010 escursionisti in una giornata a rischio 3 valanghe

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6.010 escursionisti, fra scialpinisti e ciaspolatori, in una giornata con grado di pericolo 3 per le valanghe. Sono gli esiti del primo censimento del genere nell’arco alpino condotto in Alto Adige nel 2010 resi noti alla presenza del presidente della Provincia, Luis Durnwalder, e degli enti coinvolti. Nel febbraio 2011 al via il secondo censimento su una settimana.
 
L’importanza del censimento svolto è stata sottolineata dal presidente Dunrwalder che ha ricordato come finora esistevano semplicemente stime provenienti da enti svizzeri e austriaci. Da qui la rilevanza della rilevazione dati eseguita nella stagione invernale 2009/2010 a cura del team di progetto composto da: Ripartizione provinciale per la protezione antincendi e civile, Istituto provinciale di statistica (ASTAT), Soccorso alpino BRD, Soccorso alpino CNSAS, Istituto per la Medicina d’Emergenza in Montagna/ EURAC.
L’obiettivo perseguito con il censimento di scialpinisti e ciaspolatori, un fenomeno di sport invernale in contnua crescita, come ha spiegato il direttore della Ripartizione Protezione civile, Hanspeter Staffler, era quello di rendere maggiormente obiettiva la discussione sulle escursioni invernali in montagna al fine di poter valutare in modo più realistico i pericoli connessi. Ogni anno, infatti, si verificano episodi valanghivi con esiti mortali spesso oggetto discussione poco oggettiva e più emozionale nei mass media.
La rilevazione ha avuto luogo la mattina di domenica 21 febbraio 2010; volontari dei soccorsi alpini si sono posizionati presso 143 siti di partenza preferiti per ciaspolate e gite sci-alpinistiche (parcheggi, rifughi, masi e strade d’accesso). In due casi la rilevazione ha avuto luogo sulla cima di montagne (Corno del Renon e Monte Forca).
 
In totale in Alto Adige sono stati contati 6.010 escursionisti, di questi il 68,7 per cento erano scialpinisti, il 31,3 per cento ciaspolatori. Gli escursionisti erano suddivisi in 1.955 gruppi, il 60 per cento di essi formavano gruppi da 2 ossia da 3-5 persone, un 7 per cento dei escursionisti erano soli e il resto in gruppi da più di 5 persone. Alcuni sportivi (5,9 per cento) erano partiti prima delle ore 8, la maggior parte dei gruppi (75,1 per cento) tra le ore 8 e le ore 11. Un 19 per cento aveva cominciato la propria escursione solo dopo le ore 11; per i ciaspolatori la partenza era più ritardata. Questo aspetto presenta risvolti negativi dal punto di vista dei possibili rischi, come hanno fatto presente i rilevatori; anticipare la partenza, invece, consente di avere un lasso di tempo "cuscinetto" che consente maggiori margini di sicurezza per la discesa e per eventuali operazioni di salvataggio.
 
I ciaspolatori, il cui numero risulta essere sorprendente, come ha sottolineato Toni Preindl, presidente provinciale del Soccorso alpino BRD, negli ultimi tempi si muovono anche in alta montagna usando in prevalenza sentieri conosciuti dalle camminate estive con il rischio, così, di avventurarsi in zone pericolose, invece di usare i sentieri indicati per l’inverno che variano a seconda dlle condizioni valanghive. Incidenti con ciaspolatori danno prime indicazioni, che gran parte di essi non sono equipaggiati in modo adeguato e che non dispongono di arva, sonda e pala.
Come ha detto Lorenzo Zampatti, presidente provinciale del Soccorso alpino CNSAS, un fatto positvo è che gli escursionisti, il giorno del rilevamento, hanno reagito con responsabilità alla situazione valanghiva (grado di pericolo 3), e che hanno scelto escursioni meno pericolose.
Altro dato interessante anche dal punto di vista economico emerso dal censimento, è che circa il 40 per cento degli intervistati proviene da altre province italiane e dall’estero, che conferma l’importanza turistica di questa tipologia di sport invernale.
Finora, come ha sottolineato Hermann Brugger, direttore dell’Istituto per la Medicina d’emergenza in montagna dell’EURAC, non è stato accertato se lo scialpinismo sia veramente uno sport pericoloso; infatti, non si dispone ancora di dati sufficienti per calcolare la incidenza mortale di questo sport. Solo una rilevazione estesa a livello proovinciale e di più lunga durata consentirebbe di calcolare la pericolosità e la incidenza mortale di questa attività sportiva e, quindi, fare prevenzione. Proprio per questa ragione nel 2011 il rilevamento interesserà l’arco di una settimana.
 
Il rilevamento del 2010, come ha riassunto Hanspeter Staffler della Protezione civile, ha dato alcune risposte essenziali però allo stesso tempo ha suscitato molti nuovi quesiti. Per la stagione 2011 e stata programmata una rilevazione quantitativa/qualitativa, in cui sarà approfondita l’analisi del fenomeno dello scialpinismo e dell’escursionismo invernale con le ciaspole con attenzione anche all’aspetto dell’equipaggiamento e dell’influsso del bollettino valanghe. Il nuovo censimento sarà condotto nel prossimo mese di febbraio.
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