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“10 anni di storie di vita” per l’Hospice di Feltre

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Sabato 3 settembre alle 17 all’ospedale di Feltre si ricordano i 10 anni di attivazione dell’Hospice

hospiceFeltre/Primiero – Sabato 3 settembre, nel giardino dell’Hospice “Le Vette” all’interno dell’Ospedale di Feltre, alle 17.00, l’Ulss 2, in collaborazione con Mano Amica, ha organizzato “10 anni di storie di vita”, un ricordo dei dieci anni di attivazione dell’Hospice dell’Ulss 2.

Dopo i saluti del Commissario, Adriano Rasi Caldogno, del presidente della Conferenza dei Sindaci, Paolo Perenzin, e del Presidente della Comunità di Primiero, Roberto Pradel, ci sarà un racconto di questi 10 anni di attività a cura del presidente di Mano Amica, Paolo Biacoli. A seguire suoneranno i Manga de Tenos intervallati dalla lettura di poesie sul tema del ricordo da parte di Borges.

Un ponte tra Feltrino e Primiero

Forte e sempre più stretto il legame tra Feltre e Primiero anche per quanto riguarda l’hospice, in un periodo non facile per la sanità in Veneto ma anche in Trentino, dove i recenti tagli alle guardie mediche pesano sui territori.

L’ampliamento dell’Hospice di Feltre, che ha portato nel 2014 la struttura da quattro a sette posti letto, è stato dedicato al compianto sindaco di Canal San Bovo Luigi Zortea che si impegnò fortemente per la realizzazione del progetto.

L’ampliamento dell’Hospice

Era stato possibile grazie anche al contributo economico della Provincia Autonoma di Trento. L’opera, del valore complessivo di 678 mila euro, è stata finanziata con 494 mila euro di compartecipazione degli Enti interessati, come previsto nella Convenzione stipulata tra la Provincia Autonoma di Trento e la Regione Veneto, 26 mila euro di compartecipazione di altri Comuni e 158 mila euro dell’azienda.

In quell’occasione, il direttore generale dell’Ulss n.2, Adriano Rasi Caldogno, aveva ribadito l’importanza della collaborazione con la Comunità del Primiero e l’unità di intenti con l’Associazione Mano Amica.

Il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss n. 2, Paolo Perenzin, ha ricordato come l’ampliamento dell’Hospice sia stata una progettualità condivisa tra Feltrino e Primiero, da esportare come buona prassi, perché ha consolidato un servizio funzionale ad entrambi i territori.

Infine l’ex presidente della Comunità di Valle del Primiero, Cristiano Trotter, aveva sottolineato come la presenza alla cerimonia di tutti i sindaci del Primiero, dei dirigenti del Distretto Est dell’APSS di Trento, Arrigo Andrenacci e Alberto Crestani e di alcuni parroci del comprensorio sia emblema dell’importanza che viene riservata al legame con l’Ulss 2 e la volontà di ricordare e continuare l’opera di Zortea.

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Hospice “Le vette”

L’Hospice “Le Vette” è una struttura residenziale territoriale per le cure palliative. Fa parte della rete di assistenza ai pazienti affetti da malattie progressive (in genere neoplastiche) ed in fase avanzata a rapida evoluzione e a prognosi infausta, per i quali ogni terapia finalizzata alla guarigione o alla stabilizzazione della patologia non è possibile o appropriata.

Il tratto peculiare dell’Hospice è costituito dalle piccole dimensioni della struttura, dall’elevato contenuto umano degli operatori enunciato attraverso interventi di sostegno psicologico, relazionale e spirituale. All’Hospice accedono pazienti che, già inseriti in un programma di cure palliative, si trovino nelle seguenti condizioni: difficile controllo dei sintomi al domicilio, assenza o temporanea inadeguatezza del nucleo famigliare, inadeguatezza logistica o assistenziale del domicilio, rifiuto del paziente alla permanenza al domicilio, necessità di un ricovero di sollievo.

L’accesso all’Hospice è definito dall’Unità di Valutazione Multidisciplinare (UVMD), che predispone, ove vi siano le condizioni, la presa in carico nella rete delle cure palliative. Nel caso in cui l’UVMD abbia già provveduto ad un progetto assistenziale domiciliare, sarà il medico palliativista, di concerto col medico di medicina generale, a disporre il ricovero. Le modalità di ricovero sono prevalentemente di tipo programmato e la tempestività del ricovero è legata a variabili quali il contesto familiare e la volontà del paziente. Il ricovero è sempre subordinato al consenso e espresso dal paziente o dai suoi famigliari.

 

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